Il CEO del team di Palworld ha un problema che tutti vorremmo avere: il gioco ha prodotto troppi guadagni e il suo team è in crisi.
Nel mondo dei videogiochi di certo ci sono diversi team di sviluppo che pagherebbero per trovarsi adesso nella situazione in cui si trova il team di sviluppo di Palworld.
Takuro Mizobe è stato di recente intervistato da Bloomberg e ha risposto a tutta una serie di domande che sono tra le più pressanti per questo piccolo team da poco più di 50 membri, che si è trovato improvvisamente al centro di una vera e propria ondata di successo. Un successo che è a quanto pare tecnicamente travolgente e che Mizobe non sembra quasi saper come gestire.
I ragazzi di Pocketpair, e il loro CEO in particolare, ci hanno un po’ abituato a questo modo naif di rispondere, come se tutto accadesse per caso. Ma la sostanza non cambia: i guadagni del loro primo gioco, che i più cattivi continuano solo a chiamare una brutta copia dei Pokémon, ha guadagnato talmente tanti soldi che non sanno che farci. Sanno però, e il CEO l’ha ribadito, quello che vogliono fare da grandi. E non è certo qualcosa che avremmo sentito da qualcuno da considerare naif.
Palworld, il successo e il futuro
I numeri di Palworld sono mostruosi. Mettendo insieme tutti quelli che l’hanno provato, contando anche quelli che l’hanno giocato attraverso il Game Pass, in un mese si sono totalizzati 25 milioni di giocatori. Una cifra astronomica che si è poi trasformato in un guadagno enorme. Un guadagno enorme soprattutto perché il team, composto da 55 membri a quanto pare, ha speso in totale circa 6 milioni di dollari per portarci i mostriciattoli con la depressione.
Che cosa succederà ora che il suo team di sviluppo è così famoso? Intervistato da Bloomberg, Mizobe sembra avere le idee chiare riguardo quello che non vuole che succeda. Niente operazioni su vasta scala, niente ampliamento dei membri del team in maniera insensata e soprattutto apertura riguardo le partnership Ma libertà, libertà, libertà. Dato il modo in cui Xbox e Microsoft avevano sostenuto il rivale numero uno di Pokémon, sembrava quasi naturale che da un momento all’altro sentissimo tutti l’annuncio che il team di sviluppo era stato acquisito da Xbox. Ma anche in questo Mizobe è assolutamente sicuro di non essere in trattative con nessuno.
Per quello che riguarda il futuro, e di nuovo non siamo certo di fronte a uno sprovveduto, il CEO di Pocketpair ha le idee ancora più chiare. Nessuna intenzione di passare a giochi tripla A con budget enormi ma un lavoro serio su giochi più piccoli che il suo team di sviluppo può gestire bene. Mizobe è infatti convinto che adesso lo spazio in cui c’è più apertura verso l’innovazione sia proprio quello dei team di sviluppo più piccoli. Quei team di sviluppo che, è facile il ragionamento, non hanno l’ansia di dover recuperare rapidamente tutti i milioni spesi da publisher e investitori e che quindi possono correre qualche rischio in più per spingere l’asticella un po’ più su e il traguardo un po’ più in là.