PS5 non è stata una passeggiata di salute, Jim Ryan ha finalmente confermato l’impressione che avevamo già avuto tutti. Ma perchè?
Quanto può diventare complicato lanciare una console che sai già sarà un successo mondiale? La risposta non è di certo quella che ci si aspettava di sentire da Jim Ryan in persona.
Ma a quanto pare il lancio di PS5 è stato un incubo dall’inizio alla fine. E se a parlare in questi termini è qualcuno che si trova a navigare nel complicato mondo dei videogiochi da tre decenni di certo non sta esagerando per puro egocentrismo.
Jim Ryan non è più CEO di PlayStation e può quindi adesso forse parlare un po’ più liberamente, raccontando al mondo quei dietro le quinte che abbiamo sempre solo immaginato e che adesso si trasformano in certezza. Che cos’è che ha reso il lancio di PS5 tanto complesso?
PS5, il lancio è stato un incubo
Durante una recente intervista che l’ormai ex CEO di Sony PlayStation ha rilasciato a Variety non si è potuto evitare di parlare della ultima console che Ryan ha in pratica tenuto a battesimo. L’ex CEO ha innanzitutto sottolineato come l’industria in cui ha lavorato per 30 anni, per fortuna, non sia mai stata noiosa in alcun modo. Forse però neanche lui si aspettava che il non essere noioso si trasformasse in ansiogeno a livelli stellari, come è successo quando il lancio della nuova console si è incastrato nella pandemia.
Come spiegato da Ryan, infatti, il primo e grande problema è stato quello di riuscire a far arrivare i pezzi costruiti in Cina, pezzi che tra l’altro tardavano ad arrivare perché le fabbriche erano chiuse a causa della pandemia stessa. Ma accanto al problema di approvvigionamento delle componenti per completare l’hardware, c’è stato poi anche il problema dovuto allo smart working forzato che, questa è la prospettiva di Ryan, ha reso più complicato quel lavoro di scambio di idee e brainstorming che è necessario ai membri di un team di sviluppo di videogiochi. Il terzo ordine di problemi il fatto che gli utenti finali non erano in grado di raggiungere le console. In parte perché quelle che venivano messe in vendita online sparivano in mano agli scalper e poi perché quelle che comunque riuscivano poi ad arrivare nei negozi fisici non potevano essere acquistate, perché non potevamo uscire di casa ed andare a comprare una console.
Nonostante questa situazione così stressante, lo stesso Ryan è il primo a riconoscere che si è trattato poi di un momento di estasi globale per i videogiochi. Costretti a casa, non possiamo negare di aver giocato molto di più, del resto avevamo tanto più tempo libero da occupare. Di certo il lancio della prossima console non potrà essere più complicato di questo, forse giusto una invasione aliena potrebbe rendere la situazione più divertente.