Mentre tutti tagliano Capcom è una delle poche società che dimostra rispetto per la sua forza lavoro. Ma non eravamo preda della crisi?
I social e con loro tutti noi che facciamo informazione ci troviamo spesso con articoli che riguardano licenziamenti di massa. Studi di sviluppo che chiudono dopo decenni. Artisti di ogni tipo ed esperti che da un giorno all’altro rimangono senza lavoro. Sony per esempio di recente ha annunciato il licenziamento di 900 persone sparse in tutti i suoi team di sviluppo.
E i 900 lasciati a piedi dentro Sony sono solo gli ultimi di una lunga triste lista di persone che nel corso di questi primi neanche tre mesi del 2024 hanno perso il posto.
Sui social scatta sempre la solidarietà e ci sono per esempio alcuni studi di sviluppo che hanno già pubblicato sul social che una volta chiamavamo Twitter messaggi rivolti ai colleghi più sfortunati con posizioni aperte. Ma in tutto questo c’è poi Capcom che va totalmente controcorrente. E la domanda diventa: Ma non eravamo tutti in crisi nera e l’industria stava implodendo? QUALE industria sta implodendo?
Capcom non taglia nulla e anzi aumenta
La notizia sta facendo molto rumore, proprio perché si tratta di una notizia in assoluta controtendenza rispetto a quello che stiamo vedendo. C’è però un pattern che comincia ad essere riconoscibile. Andiamo però con ordine. La società ha annunciato con una dichiarazione pubblica di aver deciso di investire ulteriormente nel capitale umano e nella “acquisizione di talenti eccezionali”.
Il publisher giapponese non ha bisogno di comprare studi di sviluppo ed è forse per questo che la sua politica sembra ancora più fuori dal mondo. Ma a quanto pare funziona. Gli stipendi per i nuovi assunti in Giappone saliranno di un 25% arrivando a circa 2000 euro al mese, ovvero 300.000 yen. Per chi è già dentro Capcom ci sarà invece un bonus una tantum e poi altri aumenti negli anni. A contribuire a questa situazione così positiva ovviamente la striscia di successi che Capcom sta inanellando.
Concentrata sul fornire titoli di qualità e in linea con il proprio brand, Capcom è riuscita a mantenere per 11 anni consecutivi una crescita a livello di operating income. E non c’è solo Capcom. L’anno scorso per esempio anche Nintendo ha annunciato di avere intenzione di aumentare il salario di tutti quelli che lavorano per la società in Giappone di almeno il 10%, e anche SEGA aveva annunciato, sempre per il Giappone, aumenti tra il 30 e il 35%. Uno schiaffo in faccia non tanto a chi ha perso il lavoro ma a quelle società che invece, fuori dal panorama nipponico, sembrano al contrario non trovare soluzione che non sia quella di ridurre. Forse dovremmo semplicemente tutti imparare da Capcom e dagli altri publisher nipponici a gestire il successo. Come una maratona.