Apple apre un altro spiraglio alle terze parti: il grimaldello UE sta funzionando e ora al centro c’è la musica e gli abbonamenti.
Dopo aver aggiornato il portale degli sviluppatori con la nota relativa al fatto che è possibile avere su App Store gli emulatori di retrogaming, seppur con tutta una serie di limiti e di controlli legali, adesso Apple ha dovuto fare un’altra concessione in base alle regole imposte dall’Unione Europea.
E di nuovo la notizia non è arrivata con un annuncio ma con un altro cambiamento rintracciato sempre nelle stesse linee guida per gli sviluppatori, in cui viene messo nero su bianco ciò che i developer di app di streaming musicale possono fare.
Un cambiamento di rotta che proseguirà anche più avanti, dato che la società della Mela dovrà, entro la fine della primavera, aggiungere un’altra apertura: la possibilità di non dover necessariamente passare per un App Store per poter dare agli utenti il proprio software. Ovviamente, se possedete uno smartphone della Mela, non siete obbligati ad utilizzare i nuovi servizi o ad utilizzare i servizi che usate già ma nei modi nuovi che vi verranno offerti: è solo bello sapere che adesso c’è un’alternativa.
Nel suo ecosistema protetto da mura altissime, la società della Mela aveva creato negli anni il proprio set di regole cui gli sviluppatori di app dovevano sottostare se volevano raggiungere il pubblico in possesso di un iPhone o di un iPad. Tra i limiti imposti c’era l’impossibilità di indirizzare gli utenti in cerca di un abbonamento a un servizio di streaming musicale, Spotify o Deezer per esempio, su un luogo esterno all’App Store e quindi nei fatti costringeva i developer a mantenere gli utenti all’interno dell’App Store e gli utenti a pagare l’abbonamento attraverso l’App Store. In questo passaggio veniva poi decurtata la percentuale della Mela.
Adesso, con l’introduzione delle nuove regole nell’Unione Europea, Apple si è trovata costretta a modificare le linee guida degli sviluppatori di app e in particolare per chi offre streaming musicale con abbonamento. Per le app di streaming arriva l’apertura verso la possibilità di inviare agli utenti informazioni riguardo “altri modi per acquistare contenuti di musica digitale o servizi“. Quindi “in specifiche regioni”, ovvero all’interno dell’Unione Europea, le app di streaming musicale possono aggiungere all’interno dell’app che distribuiscono su App Store un link “che può assumere la forma di un pulsante acquista” e che rimanda “al sito del developer”.
L’acquisto della musica in questo modo non passerebbe più attraverso App Store. Nelle linee guida si reitera e sottolinea che si tratta di qualcosa che può essere fatto solo in alcune zone. E infatti il link di rimando che spiega nel dettaglio tutte le varie concessioni che Apple fa agli sviluppatori chiarisce che si tratta di qualcosa che può essere utilizzato solo all’interno della European Economic Area.
Non potendo più costringere developer e utenti, tutto quello che alla Mela resta da fare è iniziare il paragrafo in cui spiega la distribuzione della musica in streaming all’interno dell’area economica europea attraverso link esterni con queste parole: “oltre ad utilizzare il sistema di acquisto in app conveniente, sicuro e protetto, le app di streaming musicali su App Store all’interno della EEA possono usare il music streaming services entitlement“.
La prossima Nintendo Switch 2 avrà i suoi titoli per brillare con l'upgrade tecnologico che…
La serie ambientata nel mondo di Sonic con protagonista Knuckles è disponibile con Paramount Plus:…
La TV sempre accesa ti accompagna fino a quando ti addormenti? Forse non sai che…
iliad ha rilasciato di recente l'aggiornamento per le sue iliadbox, i router per la rete…
AngryGF è un esperimento messo in piedi con le IA e ha uno scopo ben…
I due aggiornamenti su cui il team di WhatsApp sta lavorando sono entrambi interessanti: preferiti…