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Giochi

Bioware ha perso la corsa della vita | Poteva battere Steam ma ha fatto un errore gigante

Con i se non si va da nessuna parte ma quanto sarebbe diverso il panorama dei videogiochi oggi se Bioware avesse detto sì invece di no?

Bioware è tornata molto di recente a far parlare di sé dopo che sono stati confermati alcuni dettagli base del prossimo Mass Effect 5.

Poteva essere una svolta ma Bioware disse di no (foto Bioware) – games.it

Ma sul social che una volta chiamavamo Twitter è anche riemerso un momento della storia dei videogiochi. Uno di quei momenti che potremmo definire una sliding door sia per Bioware sia per gli altri attori coinvolti.

E anche se non si può cambiare nulla del passato, provare ad immaginare come sarebbe potuta andare se invece di dire di no la società avesse accettato il rischio che gli veniva proposto è un divertente esercizio di storia parallela. Del resto se non si parla di passati e futuri paralleli nei videogiochi dove se ne può parlare?

Bioware avrebbe superato Steam?

Il mondo del gaming oggi è dominato da alcune società che si sono trovate un po’ anche al posto giusto nel momento giusto. Ovviamente non è tutta fortuna ma un mix di fortuna, lungimiranza e quel tanto che basta di incoscienza da permettere di trasformare una idea che può sembrare assurda in un prodotto che poi diventa invece pioniere. È stato il caso di Steam. All’inizio degli anni 2000 lo shop immaginato da Valve era una landa molto meno popolata rispetto ad adesso e in pratica serviva solo per avere a disposizione Half-Life.

The Witcher avrebbe cambiato la storia di Bioware e di CDPR insieme (foto CDPR) – games.it

Poi sappiamo che, un azzardo dopo l’altro, lo store si è guadagnato un posto in prima fila come rivenditore di prodotti per PC. Ma sempre all’inizio degli anni 2000 qualcuno andò a bussare alle porte di Bioware chiedendo un posto per il proprio videogioco. Anche Bioware all’epoca aveva il proprio store che serviva per gestire i DLC dei giochi ispirati a Dungeons & Dragons e poco più. il team di sviluppo che andò a bussare per avere un posto nello store di Bioware erano i polacchi di CD Projekt. Il gioco che avrebbero voluto mettere sullo store di Bioware era invece il primo The Witcher. Un gioco che tra l’altro era costruito su un motore proprietario di Bioware ed era stato accolto e promosso dalla stessa società durante un E3. C’erano quindi ottime premesse perché tra CD Projekt e Bioware si stringesse una collaborazione più solida Ma così non fu.

A ricordarlo in una intervista l’ex designer Rob Bartel che invece sottolinea come adesso ancora rimpiangano di aver detto no a CD Projekt e a The Witcher perché sarebbe stato ovviamente un passo in una direzione che forse avrebbe trasformato effettivamente lo store del publisher in un concorrente agguerrito di quello che poi sarebbe diventato Steam. Senza contare che visto il successo di The Witcher la società avrebbe ovviamente incamerato un bel po’ di denaro. Che cosa fu che fece pendere l’ago della bilancia per il no? Spiega ancora Bartel che la società temeva semplicemente che inserire un gioco diverso dai propri sullo store avrebbe “diluito il brand“.

Valeria Poropat

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