Blizzard non esclude nuovi film ambientati nell’universo di Warcraft un domani ma con una postilla a chiare lettere. E ha parecchio senso.
Nel 2016 c’è stato il primo e per ora unico film ambientato nell’universo di World of Warcraft. Un film che si è portato a casa una valutazione neanche troppo malvagia.
La produzione era iniziata con un annuncio nel 2006, un giro di registi (tra cui Boll e Raimi), un cambio di sceneggiatura e l’arrivo di Duncan Jones che ha firmato effettivamente la regia. In tempi molto più recenti John Hight, franchise director per Warcraft, si è lasciato andare ad alcune considerazioni riguardando anche la possibilità di avere altri film nell’universo di Warcraft. Un’idea che Hight non ha escluso del tutto ma che ha legato ad una serie di prerequisiti molto specifici. E un ragionamento che non fa una piega.
Forse deve essere stata anche proprio l’esperienza con il film del 2016 che fino all’arrivo di Duncan Jones aveva una sceneggiatura che non convinceva i developer a far dire molto più di recente al franchise director che dentro Blizzard si occupa di Warcraft che nessuno, né tantomeno lui, ha intenzione di fare il salto in una industria diversa da quella dei videogiochi. “Non voglio cadere nella trappola del ‘adesso mi metto a fare i film’. Penso che vada lasciato a quelli che sanno davvero quello che fanno“.
Il discorso riguarderebbe altri, Hight non li nomina direttamente, che dai videogiochi sarebbero poi passati alla produzione di film sfruttando “l’opportunità che hanno di possedere una IP o di controllare l’IP”. Ma le idee di Hight sono chiare non solo quando si tratta di fare film, che quindi verrebbero affidati a cineasti e produttori che sanno come si fa senza un controllo maniacale o un coinvolgimento diretto, ma anche quando si tratta di dare in licenza il proprio universo ad altri per produrre giochi diversi. Si può fare, questo è il discorso del franchise director, ma solo a patto che arrivi una “idea figa su come esprimere Warcraft” e che questo sia “ il partner giusto (…) se hanno una capacità solida in un genere che noi non abbiamo”.
Non ci sono, questo è quello che sappiamo, progetti accessori o che riguardino Warcraft e Blizzard al di fuori dei videogiochi. Anche perché tutti sono ora concentrati sul valutare quello che può essere stato l’impatto della famosa modalità Plunderstorm rilasciata da poco e che a quanto pare ha dato quella spinta che da tante parti si sentiva mancare. Visto il panorama di prodotti derivati c’è da ultimo da considerare come le remore di Hight siano in un certo senso più che giustificate. Perché se da una parte c’è la serie Arcane ambientata dentro League of Legends e accanto ad Arcane la serie dell’universo di Cyberpunk 2077 c’è anche la prima stagione di Halo a ricordarci di come tante volte solo il nome non basta: ci vuole qualcuno che sappia il suo mestiere e soprattutto che sappia come si lavora con il materiale di partenza. Portandogli rispetto.
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