La Cina si prepara a diventare LA superpotenza del domani: i pilastri su cui poggiano le ambizioni sono tre e uno è l’IA. Ma non da sola.
Una delle caratteristiche ricorrenti dei film di fantascienza, soprattutto di una parte dei film di fantascienza, è quella di ambientare tutto in un mondo all’apparenza globalizzato ma con una più che generosa dose di Estremo Oriente.
Stando ai piani e al nuovo modello di sviluppo immaginato dal presidente della Repubblica popolare Cinese, il Paese si prepara a diventare la prima grande superpotenza del pianeta per quello che riguarda la tecnologia e a farlo puntando su tre pilastri.
Tre pilastri che avranno però lo scopo non di trasformarla in un impero pronto a conquistare l’esterno ma di smettere in buona sostanza di essere solo la fabbrica della tecnologia mondiale e a guardare al proprio interno.
La pandemia, di cui ad anni di distanza continuiamo a parlare, è stato un punto di svolta mondiale. Perché è stato il momento in cui ci siamo accorti di come può andare storto il modello di produzione e consumo che si è venuto a creare, soprattutto per quello che riguarda la tecnologia. Il mondo globalizzato e interconnesso si è resoconto che se un pezzo dell’ingranaggio si rompe, tutto l’ingranaggio va a rotoli. Lo abbiamo visto quando per esempio non c’erano PS5 da comprare, lo abbiamo visto quando i prezzi delle componenti interne sono schizzati alle stelle.
Ma se l’Europa e gli Stati Uniti da questa situazione hanno tratto una lezione, lo stesso ha fatto la Cina. La lezione della Cina è quella di mettere in campo nuove strategie per un grande nuovo sviluppo interno che faccia della Repubblica Popolare un Paese tecnologicamente autosufficiente. Secondo le dichiarazioni del presidente, per esempio, è tempo che la Cina smetta di fornire pezzi a basso costo per gli altri e si concentri invece sulla qualità e soprattutto su una qualità da utilizzare internamente. In questa volontà non è difficile vedere la diretta reazione a quelli che sono i piani dichiarati delle altre superpotenze che, a loro volta, hanno compreso che forse è il caso di smettere di affidarsi in tutto e per tutto ad un unico Paese per le proprie necessità tecnologiche.
Ovviamente c’è anche spazio per l’intelligenza artificiale, altro pilastro su cui si fonderà l’autosufficienza tecnologica. Affascinante il punto di vista sull’intelligenza artificiale che, secondo gli alti rappresentanti del partito e del governo, dovrebbe addirittura diventare materia scolastica nella scuola dell’obbligo: qualcosa di assolutamente diverso da quello che invece sembra stare diventando il pensiero comune qui da noi. Da ultimo l’informatica quantistica, in particolare nella sua applicazione a livello militare e aerospaziale. E proprio la conquista dello spazio è un’altra direttrice forte su cui si muoverà il futuro della Cina. E nel nostro mondo globalizzato non c’è solo il futuro della Cina in ballo.
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