Le copie fisiche di un videogioco appena uscito sparite dagli scaffali dimostrano che l’amore per i dischi non è ancora morto.
I giochi in formato digital only porteranno all’estinzione dei supporti fisici. Le console ormai valutano i lettori di dischi come accessori da pagare a parte.
Tutti stiamo lentamente passando ad un’idea di possesso che non è più il possesso di qualcosa di fisico che si colleziona e si mette in bella mostra su una mensola.
Ma le copie fisiche dei videogiochi, quando escono, in alcuni casi fanno strage di cuori al punto tale che finiscono talmente tanto velocemente che il publisher responsabile della distribuzione è costretto a scusarsi per non aver calcolato tutto l’amore che giocatori e giocatrici avrebbero potuto riversare sul prodotto. E addirittura si trova a dare consigli su come mettere le mani su una copia se non ci si è ancora riusciti.
C’è gioco e gioco, le copie fisiche di questo titolo sono evaporate
Sarà forse un caso, sarà forse che il gioco in questione è considerato uno dei titoli migliori dell’anno ma i fatti sono che Atlus, publisher di Unicorn Overlord, si è trovato ufficialmente a chiedere scusa a tutti i giocatori e le giocatrici giapponesi che non hanno avuto la possibilità di acquistare una copia fisica del titolo. Leggere che le scorte sono esaurite o in esaurimento in moltissimi rivenditori è una notizia ottima ovviamente per Atlus e per il team di sviluppo di Unicorn Overlord che ha ricevuto così la conferma di come il lavoro fatto sia apprezzatissimo.
E in effetti Unicorn Overlord sta piacevolmente sorprendendo tutti con il suo mix di GDR giapponese tradizionale e tattico a turni che era tanto che mancava. Ciliegina su una torta già piuttosto gustosa lo stile artistico scelto e realizzato con cura. Atlus conclude il suo annuncio ufficiale consigliando a chi non fosse riuscito ad acquistare il gioco di prenotare la propria copia, in attesa delle spedizioni successive.
Il caso di Unicorn Overlord che in Giappone diventa subito introvabile può non voler dire nulla riguardo la salute del comparto delle versioni fisiche dei videogiochi a livello globale ma è comunque un segnale che, se il gioco merita, le persone sono pronte ad acquistare una copia da stringere tra le mani. Quello che chiedono è che il gioco valga la pena.
La notizia delle scuse pubblicate sul sito di Atlus è rimbalzata sui social e c’è chi commenta sottolineando che si tratta di un genere ottimo di problemi da avere, chi già lo mette a confronto con Final Fantasy 7 (immaginando addirittura che possa vendere di più). Alcuni detrattori lo classificano invece come un gioco che non sta vendendo e che anzi è stato un flop ma a questi commenti altri rispondono sottolineando come il gioco stia andando a ruba non solo in Giappone ma per esempio anche negli Stati Uniti.
Il team di sviluppo di per sé non ha bisogno di farsi conoscere ma è chiaro che ogni manifestazione di interesse da parte del pubblico aiuta anche quando occorre trovare denaro per continuare a lavorare. E i ragazzi di Vanillawere lo sanno bene: vale la pena ricordare che abbiamo rischiato infatti di non vedere il gioco se il CEO George Kamitani non avesse deciso di finanziare lo sviluppo con soldi di tasca sua.