Xbox non piace più. I giochi Xbox rischiano seriamente di essere sempre meno. Quale sarà il panorama per la console Microsoft?
Per Xbox e le sue console non sembra essere il migliore dei momenti. E non sembra che la verve comunicativa di Phil Spencer stia sortendo un qualche effetto.
Ogni volta che qualcuno in alto nella gerarchia apre bocca, l’impressione che si ha dal basso è di una serie di note buttate a caso e non di informazioni che devono rassicurare prima i fan e poi nell’ordine developer, publisher e investitori.
A rendere il panorama ancora un po’ più accidentato sono le voci di corridoio raccolte e rilanciate online da chi ha partecipato alla Game Developers Conference che si è appena conclusa. Una conference in cui più di qualcuno avrebbe espresso remore riguardo la volontà di continuare ad avere giochi su Xbox. Il motivo sarebbe prettamente numerico.
Sviluppare un videogioco e riuscire a farlo funzionare nello stesso modo su tre sistemi diversi, prendendo in considerazione PlayStation, PC e Xbox, non è cosa facile. Ma, questa almeno è la teoria, sono tutti sforzi ripagati poi dal numero di copie che vengono vendute eppure, Chris Dring, direttore di Gameindustry.biz si sarebbe trovato a parlare e ad ascoltare alcune frasi di publisher grandi e piccoli che non sembrano più tanto disposti a far lavorare i propri sviluppatori su tutti e tre i principali sistemi.
E ad andarsene sarebbero proprio le versioni Xbox. Tutto il problema verrebbe dal fatto che, come produttore di elementi hardware, Xbox viene ora percepita come una società che ha più di qualche problema. I numeri delle vendite in calo non aiutano e forse non aiutano neanche le dichiarazioni di Spencer che contribuiscono a inacidire parte della community.
Secondo quanto ascoltato da Dring ci sarebbe un grosso publisher e uno un po’ meno che si sono lamentati apertamente del numero di console che Xbox è riuscita a piazzare in Europa e che questo numero così poco entusiasmante potrebbe poi alla lunga convincere questi stessi publisher a non uscire più con i loro titoli su Xbox a causa della user base striminzita.
Ed è forse per questo motivo anche che, ma ultimamente con Microsoft e Xbox i problemi di comunicazione rendono difficile qualunque ragionamento, Spencer altrove ha dichiarato che la sua piattaforma è aperta, pronta e disponibile ad accettare anche store notoriamente destinati ai prodotti indipendenti.
Qualcuno dice che a questo punto tanto varrebbe avere un computer, ed è un pensiero che contribuisce a inasprire ulteriormente il dibattito e a rendere ancora più incerta la situazione delle console, ma a parità di costo difficilmente si riuscirebbe a trovare un computer su cui far girare senza problemi sia i giochi indie in pixel art che stanno comodi su poco più di un floppy disk e giochi complicati graficamente come Starfield o Dragon’s Dogma 2.
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