Corri, sopravvivi, vinci e ripeti. Questo nuovo titolo è come il figlio malvagio di Mario Kart e le prove più assurde di Squid Game.
Anche se nel primo teaser trailer che è stato pubblicato online di questo videogioco non si vede neanche un brandello di gameplay, la pagina Steam è invece decisamente ricca di dettagli.
E con qualche altro frammento che permette quantomeno di apprezzare lo stile scelto dal team di sviluppo. Il gioco è un ibrido tra Squid Game, Mario Kart, qualche accenno a Blade Runner, un po’ di Tron il tutto su un substrato che si ispira a un romanzo di Stephen King.
Partendo dal principio dei reality show, che nel momento in cui diventano materiale per prodotti distopici si trasformano in qualcosa di più simile a Death Race che non al Grande Fratello, abbiamo già visto diversi videogiochi in cui i protagonisti devono uccidersi a vicenda per arrivare in fondo. Anche in DeathSprint 66, nuovo prodotto presentato da Sumo Digital, c’è questa idea che occorre dare spettacolo: correndo a piedi su percorsi estremi.
Percorsi che ovviamente sono letali, cosa che ci ricorda anche per esempio una scena de L’Onore dei Ladri nonchè tutta la trilogia di Hunger Games, costellati da trappole di vario tipo. La società fittizia che è quella che ha costruito i percorsi, il rimando più evidente a The Running Man di King, ha deciso di riciclare vecchie città con circuiti costellati di telecamere e pensati per portare alle masse nuove forme di divertimento che si spingono sempre un passo più in là.
Tra le domande che online molti si pongono c’è che cosa significhi il numero 66 nel titolo. Qualcuno lo vede come il 99 rovesciato di Alita ma, trattandosi di percorsi mortali che si snodano in città realmente esistite nel vecchio mondo, (ci racconta la sinossi), 66 potrebbe anche essere il riferimento a una delle strade più famose degli Stati Uniti: la Route 66. Un’altra cosa che tanti si chiedono è quando arriverà un vero trailer di gameplay. Per ora infatti le uniche informazioni reali che abbiamo sono quelle del Game director Andrew Willans che racconta di come, dopo ogni gara, ai corridori vengono assegnati punti fama che aiutano a migliorare la loro esperienza.
Trattandosi di un titolo di corse in cui però le automobili vanno a piedi e non su gomma, il rimando più evidente sembra essere proprio quello a Mario Kart. In parte perché il numero dei corridori su circuito è limitato (a otto) e non c’è quindi per esempio la folla dei multiplayer online, e in parte perché il percorso è caratterizzato da una serie di trappole ma soprattutto di Powerup che i corridori possono lanciarsi addosso a vicenda, tra cui la versione letale del già molto fastidioso guscio di tartaruga verde che si trasforma per l’occasione in una sega.
Sumo Digital ha un passato nei titoli di corsa. Come ricordato da Willans ai colleghi di Rock Paper Shotgun, lui è stato coinvolto nello sviluppo di Driver: San Francisco mentre il suo team ha costruito molte delle missioni su ruota di Watchdogs. Per ora il gioco non ha una data di uscita ma sappiamo che avrà una modalità pvp online, e non potrebbe essere altrimenti, e che è supportato l’utilizzo di un controller Xbox.
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