Un appezzamento di terreno che sembra inutile se non fosse che custodisce delle orme che sono la nostra storia.
Mantenere intatta la memoria del nostro passato non è un esercizio per poi avere qualcosa di cui vantarsi. Come insegnano alcuni dei migliori videogiochi, l’unico modo per affrontare il futuro con coscienza è sapere cosa è successo nel passato.
Per questo motivo, sotto lo strato di apparente follia dell’operazione di conservazione di cui si è reso protagonista il Governo americano, c’è una motivazione importante: conservare il passato del nostro pianeta per poterlo poi tramandare alle generazioni successive.
La particolarità delle orme che sono ora parte del patrimonio nazionale del popolo americano è la posizione in cui sono state trovate queste tracce, lasciate da quello che è forse il dinosauro più facilmente riconoscibile dopo il tirannosauro.
La zona si sarebbe potuta trasformare in una miniera d’oro. E del resto i 27 acri che sono ora parte del patrimonio nazionale erano stati in realtà acquistati all’inizio dalla Charles Real Estates Trust e la famiglia Charles ha passato un’estate dopo l’altra in questa area senza rendersi conto che le strane buche nel terreno erano un reperto archeologico importantissimo.
Soltanto quando, nel 2021, un gruppo di scienziati ha iniziato ad esaminare l’area è saltato fuori che quelle buche così ordinate una dietro l’altra erano l’unica traccia lasciata circa 150 milioni di anni fa da un sauropode, ovvero il classico dinosauro erbivoro con quattro zampe e il collo lungo. La straordinarietà delle tracce è che si tratta del percorso di impronte fossili più lungo mai rintracciato e già questo le rende uniche.
Ma c’è anche la particolarità del luogo in cui si sono verificate tutte le condizioni necessarie affinché quelle che dovevano solo essere impronte lasciate nel fango si siano conservate. Perché è chiaro, come succede con tutti gli altri resti fossili che arrivano a noi, non tutti i percorsi e non tutte le impronte lasciate dai dinosauri e dagli animali preistorici sono sopravvissute. Di solito queste impronte trovano una condizione ideale di conservazione nelle zone paludose lungo la costa ma, ed è qui la stranezza interessante, il percorso della proprietà della famiglia Charles si trova invece a oltre 2000 metri d’altezza tra le montagne.
A segnalare quindi quanto fosse diverso il nostro pianeta quando questi pacifici giganti dal collo lungo lo attraversavano e lo chiamavano casa. La conservazione delle impronte permette uno studio diverso rispetto a ciò che si può fare con gli scheletri e gli altri resti fossili ed è quindi importante. Per questo si possono anche mettere meglio in prospettiva i 135 mila dollari che il servizio forestale americano ha pagato per acquistare dalla famiglia Charles il terreno.
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