Un satellite che si schianta sulla superficie del nostro pianeta. Non è un film ma foto reali scattate di questo oggetto caracollato giù.
Potrebbe sembrare l’incipit dell’ennesimo filmaccio di fantascienza ma in realtà ci sono le prove provate fotografiche che un satellite artificiale è stato protagonista di un ritorno sulla superficie del nostro pianeta tutt’altro che tranquillo.
A documentare questo ruzzolone di portata cosmica una società che lavora per l’Ente Spaziale della Gran Bretagna. In questo caso, a differenza di altre occasioni naturalistiche, le foto sono deliberate e servono a documentare proprio il processo di rientro di questo satellite. E l’occasione ci permette di riflettere sulla eventuale pericolosità di un evento di questo tipo.
Perché viste le prospettive future, il numero di questi oggetti svolazzanti in quota è destinato ad aumentare considerevolmente e quindi anche la quantità di detriti e di possibili cadute cresce.
Il capitombolo del satellite
A diffondere le immagini sul suo profilo social l’Agenzia Spaziale Europea attraverso ESA Operations. Le foto sono decisamente sfocate e, come succede molto spesso proprio per le immagini nello spazio, tocca lavorare un bel po’ di immaginazione ma la forma inconfondibile del satellite è stata riconosciuta immediatamente. Il messaggio che accompagna le quattro foto non è allarmante in nessuna maniera il che già ci dà una prospettiva da cui guardare anche noi questi pixel nerastri su fondo grigiastro: “ERS2 avvistato! Il satellite ESA è coinvolto in una discesa movimentata che lo porterà a rientrare nell’atmosfera e a distruggersi questa settimana. Queste immagini di ERS-2 sono state scattate da HEO Space per SpacegovUK utilizzando le fotocamere a bordo di altri satelliti“.
Per chiarire meglio quello che sta succedendo, ESA ha pubblicato un post sul suo sito ufficiale raccontando proprio come l’agenzia spaziale britannica in collaborazione con questo ente terzo che fa foto di satelliti nello spazio e dallo spazio abbia documentato le prime fasi di discesa e rientro di ERS-2. Tutti i satelliti hanno un periodo di vita piuttosto preciso ed è raro che qualcuno superi questo limite. Perciò è fondamentale capire come poi questi oggetti che sembrano minuscoli ma che in realtà poi sono estremamente ingombranti possono reagire quando è ora di tornare a terra.
Le immagini pubblicate online sono la testimonianza del lavoro che la comunità scientifica nel suo complesso sta portando avanti per rendere le attività collegate ai satelliti un po’ più sicure. Proprio alla luce di quella prospettiva cui accennavamo all’inizio: tra comunicazioni, esplorazione spaziale, controllo dei cieli per evitare la prossima invasione aliena, prove di forza tra superpotenze terrestri, lo spazio intorno al nostro pianeta e al nostro satellite si sta arricchendo enormemente di satelliti e, oltre alla possibilità di una eventuale collisione per calcolo errato delle orbite, c’è anche da valutare il percorso di rientro di tutti quelli che smettono di funzionare. C’è il pericolo al momento? Ovviamente no. Potrebbero essercene in futuro? Si lavora per evitarli.