Pensavate fosse finita con Yuzu? Nintendo ha stanato i suoi due eredi spirituali e li ha fatti abbattere dalle piattaforme su cui erano.
La società della grande N ha deciso di far vedere che non ha nessuna intenzione di lasciare impuniti quelli che sfruttano per proprio tornaconto le sue IP.
E lo sta facendo con una serie di mosse che coinvolgono anche altre piattaforme. Abbiamo visto come tutto sia iniziato con Yuzu e con i suoi developer, portati in tribunale e costretti a un accordo da milioni di dollari.
Yuzu sembrava così sparito nel nulla, perché oltre all’accordo milionario c’è stato anche l’obbligo a chiudere tutto (ma non a cedere i diritti sul codice sorgente), ma come succede sempre in rete, dal ceppo di Yuzu erano nati un altro paio di progetti. Progetti che sono stati cancellati con una azione portata avanti però non da autorità di qualche parte del mondo ma da Discord, in risposta a una richiesta legale.
La notizia ridotta all’osso è che Discord ha inviato ai gestori dei server di Sudachi e Suyu, emulatori Nintendo, una comunicazione in cui gli veniva detto semplicemente che per una violazione dei TOS l’account veniva disabilitato e quindi il server chiuso. Ma secondo le parole di Jarrod Norwell, uno dei developer che lavoravano per Sudachi, non ci sarebbe stato motivo di nessuna comunicazione perché il server non faceva nulla di male così come nulla di male faceva il software intorno a cui ruotava. Da parte della piattaforma è arrivata una dichiarazione a firma Kellyn Slone arrivata ai colleghi di The Verge in cui si legge che “Discord risponde e si adegua a tutte le richieste valide e legali che vengono dal Digital Millennium Copyright Act. In questo caso, c’erano anche ingiunzioni della corte che chiedevano la rimozione del materiale e ci siamo mossi in maniera conseguente con l’ordine della corte“.
C’era effettivamente scambio di materiale protetto da copyright sui server dedicati ai due emulatori Nintendo? Dato che i server non si trovano più difficile riuscire a rispondere. Del resto però la società, come qualunque altra società che offre uno spazio, può fare di quello spazio in buona sostanza ciò che vuole e se decide che qualcuno non è più bene accetto può cacciarlo via. Sul social che appartiene ad Elon Musk i commenti sotto il messaggio lasciato da Norwell lo invitano semplicemente a portare l’emulatore da un’altra parte.
Un’altra piattaforma, si legge per esempio, “criptata che rispetta la tua privacy“. E c’è chi propone Telegram. L’incidente di Discord è però il secondo di questo tipo. Ricordiamo ancora tutti infatti come anche GitLab abbia deciso di staccare la spina al repository di Suyu secondo le proprie regole e il proprio TOS. L’utilizzo degli emulatori è una zona piuttosto grigia del mondo dei videogiochi, perché possono essere utilizzati anche per giocare con titoli che in realtà non si possiedono oltre che mantenere in vita console abbandonate dagli stessi produttori. La chiusura è quindi difficile da etichettare come semplice azione malvagia di una società che pensa solo ai soldi o giusta scure che cade su quelli che cercano di trarre profitto dal lavoro degli altri.
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