Amazon vende di tutto ma cosa avrebbe dovuto essere la creatura di Bezos nella sua prima incarnazione? Qualcosa molto più di nicchia.
Se c’è qualcosa che vuoi acquistare, provare, regalare è molto facile che si trovi sulla piattaforma di ecommerce che sorride sempre.
Amazon è diventato negli anni per molti unico negozio onnicomprensivo, capace di soddisfare qualunque necessità reale o immaginaria. Dai prodotti di tecnologia, per cui la piattaforma è molto famosa, agli abiti passando per scarpe, make-up e più di recente anche la spesa alimentare addirittura con gli abbonamenti.
Ma come doveva essere all’inizio la piattaforma immaginata da Jeff Bezos? In realtà avrebbe dovuto comunque essere una piattaforma dedicata alle vendite ma alle vendite di qualcosa di molto specifico.
Chiamiamolo Amazon!
Il nome della piattaforma di ecommerce più famosa del pianeta è un dato di fatto globale. Al punto tale che nessuno forse pensa più a quando quel nome è stato scelto. Perché è un po’ come provare a immaginare qual è stata la genesi degli altri brand iconici che popolano la nostra vita quotidiana. Per quello che riguarda la piattaforma di Jeff Bezos il suo primo nome sarebbe dovuto essere decisamente più magico: Cadabra. A far desistere il visionario diventato poi miliardario l’avvocato che gli fece notare come questa parola assomigliasse a cadavere.
Non un buon viatico. Ma cosa sarebbe dovuto esserci sul sito delle meraviglie immaginato da Bezos? Libri. Libri ovunque. Più libri di quanti se ne possano leggere in una vita intera, direbbe qualcuno. E proprio per raccontare la vastità della offerta che la sua gigantesca libreria online avrebbe avuto, Bezos pensò poi di passare ad Amazon, come il fiume. In parte, siamo a metà degli Anni ’90, il motivo di una parola che cominciasse con la A era anche dovuto al modo in cui erano organizzati i risultati di ricerca a quell’epoca: molto più alfabetici rispetto ad oggi. E se ti stai chiedendo quale è stato il primo libro mai venduto in realtà non è né la Divina Commedia né qualche grande opera americana. Come riportato anche da diversi siti di storia contemporanea, nel luglio del 1995 Amazon vendette infatti un volume con un titolo che è uno scioglilingua: “Concetti fluidi e analogie creative” di Douglas Hofsteader.
Un libro che tra l’altro è ancora disponibile in lingua inglese proprio sulla stessa piattaforma. Il passaggio da libreria a negozio completo di tutto ovviamente è avvenuto per gradi, con l’arrivo di altri supporti al di fuori di quello cartaceo, e l’esplosione di internet ha fatto il resto. Quello che è particolarmente interessante della storia di come sia nato Amazon riguarda proprio il suo aver cominciato come qualcosa di piccolo che poi si è espanso organicamente. Un reminder per tante altre società e anche per tante altre piattaforme che magari pensano invece di dover per forza cominciare con i fuochi d’artificio quando invece il trucco vero è partire da una nicchia.